In questo blog mi ripropongo di aprire un dibattito su come utilizzare la raccolta differenziata in una forma di reddito aggiuntivo, attraverso la selezione dei materiali immediatamente ricompattabili e rivendibili. (Nell'immagine un blocco di alluminio). Ma sembra essere una impresa molto difficile da intraprendere, mi piacerebbe che alla fine si arrivasse ad un risultato concreto, ovvero a tracciare un percorso per intraprendere una attività di questo tipo.
mercoledì 11 aprile 2012
ESEMPIO PRATICO A TORINO
Oggi mi sono attivato, telefonando a tutti i numeri che sono riuscito a reperire, per sapere come fare per recuperare in maniera legale i toner esausti che fornisco ad i miei clienti ed avviarli ad un percorso che considerandoli come risorsa generasse, se non addirittura un ritorno economico, quantomeno un servizio gratuito. In poche parole, se a te che riempi i toner esausti rivendendoli come riciclati fornisco i contenitori vuoti, ALMENO non farmi pagare il servizio, visto che ti regalo il materiale che poi tu rivendi. L'opera si è rivelata molto più complessa del previsto. Nonostante tutto sia partito da un volantino che ho trovato ove l'AMIAT (l'azienda che si occupa della gestione dei rifiuti) faceva riferimento ad una cooperativa che (GRATUITAMENTE) si sarebbe incaricata di recuperare il materiale, apprendo poi parlando sia con la cooperativa che con l'amiat che DAL 15 LUGLIO 2010 il servizio è diventato a pagamento a meno che non si tratti di Enti comunali o scuole. Come unica alternativa mi viene proposto di portare il materiale entro le 9,30 ed il martedì presso la sede della cooperativa. Ora mi pare evidente che per chi vuole intraprendere una attività raccogliendo toner esausti e portandoli a chi li rigenera, la stada è tutt'altro che semplice. Unico dato positivo: sono stati tutti molto gentili al telefono, è già qualcosa.
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Come addendum a quanto scritto sopra confermo che paradossalmente tutti coloro a cui ho inviato la mail che sono nel settore in un modo o nell'altro non mi hanno risposto, i negozi tipo "PRINK" o similari che affermano di riciclare cartucce NON sono interessati ai vuoti (aspetto eventuali smentite) per cui ecco un altro bell'esempio di una risorsa bella e pronta che il mercato dei rifiuti non è in grado di valorizzare. L'unico modo, FORSE, è mettere su una attività di riciclo come quella descritta nel blog, ma mi sembra un pochino macchinoso.
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