martedì 27 marzo 2012

Come nasce un progetto di recupero rifiuti

NEL 2008: (copia incolla da: http://www.esseresostenibili.it/ambiente/rete-in-franchising-per-guadagnare-dai-rifiuti/)
Si chiameranno Ecopunti e costituiranno una rete in franchising di postazioni per il recupero dei materiali di scarto. Il primo verrà inaugurato il 13 settembre a Moncalieri, nella periferia di Torino a cura di Recoplastica, azienda piemontese che sta lanciando questo progetto. E sempre il 13 settembre, a Moncalieri ( e a fine settembre a Messina), Recoplastica organizzerà un incontro con oltre 1400 amministratori pubblici, aziende e privati cittadini per spiegare come immagazzinare e compattare i rifiuti può essere un business. La notizia è riportata da un bel reportage uscito sull’Espresso in edicola questa settimana a firma di Maurizio Maggi e Mariaveronica Orrigoni. Recoplastica in pratica vuole fornire un servizio efficiente di raccolta differenziata soprattutto il riutilizzo dei materiali di scarto. Stando all’articolo pare l’azienda prometterebbe 2mila euro netti al mese a chi gestisce in franchising e riesce a far fruttare al meglio un Ecopunto che ricicla plastica, vetro, alluminio, carta e cartone. Una bella cifra, non c’è che dire, interessante anche e soprattutto per molte amministrazioni fino ad oggi inefficienti in questo campo.
Sempre stando all’Espresso, che ha intervistato Giancarlo Longo, direttore del Conai, Il Consorzio nazionale privato per il recupero degli imballaggi, il giro d’affari del settore del recupero e della preparazione per il riciclaggio è più che raddoppiato dal 2002 al 2007 passando da 2,1 a 4,7 miliardi di euro e le aziende attive sono, in Italia, circa 3500.
E le aziende che usano materiali di riciclo per fare i loro prodotti vedono aumentare ordini e fatturati. Come, per fare qualche esempio, le Ceramiche My Way che crea mosaici utilizzando siringhe, fiale e flebo che vengo o trasformate in vetro; oppure i bijoux creati da Giulia Pesante ricavati da trucioli di alluminio, ma anche felpe in plastica riciclata di Patagonia.
Insomma, i rifiuti non sono soltanto un costo, ma possono avere una seconda vita, redditizia per di più, chi sa aguzzare l’ingegno. Ci si augura che, singoli a parte, anche le amministrazioni pubbliche, quasi sempre in rosso, imparino come fare da Recoplastica.
Nel 2011: un post piuttosto esplicativo di Mikela:
mikela /
la frottola degli ecopunto è solo una bufala per spillare soldi alla gente. Solo chi già gestisce una discarica accede ai quantitativi che davvero lo fanno guadagnare. Non prendete in giro la gente, andate a verificare, io l’ho fatto. Altrimenti non si spiegherebbe perchè gli stessi comuni non lo fanno. Quello dei rifiuti è un settore blindato. Come mi fu detto da un dipendente di un edopunto: se fosse stato un buon affare, non sarebbe stato affare vostro.

La mia opinione è che purtroppo in Italia ed anche in Europa esistono delle normative particolarmente burocratiche che rendono di fatto questa idea, alla sua base condivisibile, difficilissima da realizzare, pertanto puntando proprio sul fatto che si tratta di una buona idea, molti furbetti si attivano per attirare capitali o consensi (politici), ma poi quando si deve realmente mettere in pratica i progetti le cose si fermano, si comlicano, finiscono...

NON MI VEDRETE MOLLARE SU QUESTO TEMA FINCHE' QUALCUNO, DEL COMUNE, DELLA REGIONE, DEL GOVERNO, non mi dirà chiaramente ed in forma scritta le motivazioni per cui questo progetto non si può realizzare. Se siete interessati all'argomento seguite questo blog e contribuite con commenti.
 

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